GALLERIA NAZIONALE SOFIA ARSENAL – MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA
Ad una prima lettura, il titolo della mostra, che è in italiano e in bulgaro, ricorda la personalità bidirezionale dell’autore, diviso tra due mondi e due culture – quella della sua patria, la Bulgaria, e quella della sua seconda patria, l’Italia, ma dopo aver visitato la mostra, lo spettatore si rende inevitabilmente conto che la complessa rappresentazione delle immagini in essa contenute, attraverso disegni, testi, oggetti, video e altri media, riflette innumerevoli altri strati di spazi e universi intermedi.
Tra immagine e testo: nell’ambito della mostra, la curatrice Nadezhda Dzhakova invita Irina Batkova a creare un testo che risponda in modo insolito al lavoro dell’artista. Questi testi sono presenti in mostra come estratti da un libro fantasma. Così, nella mostra si intrecciano le prospettive di due personaggi: l’artista e il personaggio di un libro fantasma, uno reale e l’altro fittizio, e forse entrambi un po’ reali e un po’ fantasia. In corso d’opera, alcuni dei testi sono entrati a far parte dei disegni dell’artista, raffigurati con colori e gesso direttamente su una delle pareti dello spazio espositivo, dove sono rappresentate le immagini di persone, uccelli, case, animali, alberi e piante intrecciate. I testi a volte sono leggibili, altre volte si fondono completamente con l’integrità dell’immagine.
“Improvvisamente le immagini delle persone confluiscono nelle immagini degli animali e degli uccelli, le case diventano nidi e viceversa, i ricordi, il presente e il futuro non contano – tutto fa parte di un gigantesco alfabeto che funziona senza parole, perché non c’è parola descrivere contemporaneamente il respiro dell’ala di un uccello, l’odore dei rami bruciati, l’aria fredda e le calde lacrime dei bambini sulle guance alla vista del cane morto laggiù presso le rocce…” Da un libro fantasma. Con una citazione da un libro fantasma, “I veri ricordi appaiono nel momento in cui cerchiamo un linguaggio con cui descrivere ciò che vediamo.” La critica d’arte Niya Tabakova inizia il suo testo scritto sulla mostra del artista Kiril Cholakov.
Tra natura e uomo: Una delle metafore principali della mostra è l’immagine della cicogna. Nei disegni sul muro, così come in quelli del diario dell’artista, la cicogna appare ora come la sua fedele amica, ora si fonde con il suo corpo, così che l’eroe ha una testa di cicogna invece di una testa umana o porta un nido di cicogna su la sua corona. Anche questo è un riferimento al sentimento nostalgico di casa e alla persona che torna sempre al suo luogo natale, anche se solo con i
pensieri. Questa personificazione è una delle tante metafore presenti in mostra che rivelano il rapporto tra uomo e natura.
La mostra è costruita in modo tale che la memoria sia al centro e, a sua volta, si dispiega attraverso vari prismi, immagini, tecniche e testi. Pertanto, si ritiene che il taccuino dell’artista, presentato nello stretto corridoio dello spazio espositivo, abbia una funzione chiave in questo esercizio di rivelazione graduale del significato. In esso le immagini sono poetiche, nostalgiche e dai contorni netti: uccelli, persone, case, un’auto carica di masserizie. Ci rimandano alle diverse fasi della vita umana, dalla nascita alla morte
Pertanto, la mostra di Kiril Cholakov FRA/MEZHDU può essere percepita sia come una storia profondamente personale legata ai ricordi e alle esperienze care dell’autore, sia come uno studio obiettivo e quasi scientifico delle complesse interrelazioni tra alcune delle principali dimensioni dell’esistenza.
Testo: Nia Tabakova
GALLERIA NAZIONALE SOFIA ARSENAL – MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA
Mostra personale di con estratti dei libri fantasma di Irina Batkova. A cura di: Nadezhda Jakova – Fino al 29.01.2023