Sabato 10 Maggio dalle ore 17.30 presso la Galleria d’Arte ZAMAGNI di Rimini, inaugura Tessere Memoria – Nel fiorire del giorno, collettiva di dodici artiste a cura di Livia Savorelli. L’esposizione ha il patrocinio del Comune di Rimini.
Rimini – C’è un filo sottile, tenace e luminoso che unisce generazioni di donne: è la memoria. Una memoria che si fa gesto, ricordo, visione. È da questo intreccio delicato ma potente che nasce “Tessere memoria. Nel fiorire del giorno”, una mostra che celebra l’essenza femminile nella sua capacità di adattamento, resistenza e rinascita.
Dodici artiste, dodici voci, dodici modi di abitare il tempo: Carla Iacono (1960), Armida Gandini (1968), Silvia Vendramel (1972), Ilaria Margutti (1971), Silvia Margaria (1985), Fatma Ibrahimi (1985), Ilaria Feoli (1995), Anzhelika Lebedeva (1995), Martina Biolo (1996), Camilla Giannotti (1997), Federica Mariani (2000) e Federica Gottardello (2000) compongono un coro che attraversa il tempo, dalla generazione degli anni Sessanta fino a quella dei primi Duemila. Ognuna di loro porta in dono un frammento di sé, un ricamo personale che diventa parte di un arazzo collettivo, dove l’intimo e l’universale si fondono e, attraverso l’arte contemporanea, rinnovano memoria e ricordo. Unico modo per concepire la crescita e l’evoluzione di una società.
Nel cuore del progetto, curato da Livia Savorelli, si cela un atto di sovversione gentile: restituire al fiore – troppo spesso usato per definire la donna solo nella sua bellezza o fragilità – il suo significato più profondo.Seguendo le parole di Emily Dickinson, “essere fiore è una profonda responsabilità”, la mostra invita a riscoprire lo sbocciare non come ornamento, ma come gesto di coraggio. Manifestarsi al mondo, come fa il fiore al sole, è per la donna un atto carico di forza, tenacia e dolce ostinazione. Tra tessuti di memoria e tracce di quotidianità, l’esposizione negli spazi di Galleria Zamagni ci accompagna lungo un percorso di opere fatto di piccoli gesti, rituali domestici e ricordi familiari che, nel loro silenzio, parlano di tutte noi.
“Tessere memoria. Nel fiorire del giorno nasce come un omaggio profondo e sentito all’universo femminile. Il progetto vuole superare l’immagine stereotipata che associa la figura femminile al fiore, riducendolo spesso a simbolo di sola bellezza o fragilità. In questa mostra, il fiore diventa metafora dell’esistenza femminile, della sua capacità di aprirsi al mondo pur nella complessità, adattandosi come fa Madre Natura, senza mai perdere forza e dignità. Abbracciando il pensiero di Emily Dickinson, ho voluto raccontare lo sbocciare come atto di consapevolezza, un percorso spesso impervio in cui emergono le qualità più autentiche dell’animo femminile: la tenacia, la resistenza, la flessibilità di chi si piega ma non si spezza. In queste opere, il ricordo si fa gesto, il gesto diventa testimonianza, e ogni testimonianza è un nuovo sbocciare”. Livia Savorelli
“Dedico questa mostra a lei, Emily Dickinson, e a tutte le donne fiore, che ben sanno che il fiorire è una profonda responsabilità”. Livia Savorelli
Fiorire – è il fine – chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze
coinvolte in quel luminoso fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno
Colmare il bocciolo – combattere il verme –
ottenere quanta rugiada gli spetta –
regolare il calore – eludere il vento –
sfuggire all’ape ladruncola –
non deludere la natura grande
che l’attende proprio quel giorno –
essere un fiore, è profonda
responsabilità.
Emily Dickinson, c.1865, da Tutte le poesie, “I Meridiani” Mondadori, 1997